domenica 7 aprile 2013

Piero Pelù Il Bernini del Rock

- Riflessioni su The Voice e su Piero Pelù - 

Parto da un paradosso o assurdo: come si sarebbe collocato oggi un artista del calibro di Gian Lorenzo Bernini?
Sarebbe stato inghiottito dal tritacarne mediatico della Tv italiana in chiaro? Avrebbe condotto un suo format su Sky? Oppure sarebbe stato un personaggio di nicchia alla Andrea Diprè?

In questo periodo il palinsesto televisivo, riciclando alcuni cliché che pensavamo perduti negli abissi del calderone anni novanta, ha riportato in auge un personaggio poco incline a tale medium, più adatto alle arene e alle piazze rock. Sto parlando di Piero Pelù, il leader carismatico di una delle rock band più influenti in Italia, i Litfiba, che partendo da Firenze e circumnavigando lo Stivale, crearono un seguito molto peculiare, pittoresco e colorito, tra i più divertenti ed eterogenei mai visti in Italia.

Pelù è tornato in tv grazie ad una mossa dell'imprevedibile, e in caduta libera, Raffaella Carrà, che sulla falsariga di Simona Ventura (più che della De Filippi) ha plasmato la sua ultima creatura (show talent) The Voice. In questo programma calderone kaleidoscopio pattume ha coinvolto altri due personaggi insoliti del panorama nazionale artistico-musical-televisivo. L'insopportabile e insopprimibile BARDO (o pardo) Riccardo Cocciante - che sta all'attuale palinsesto tv come Fonzie sta ai giovani di oggi - e la patatona insulsa ma simpatica e frizzante Noemi (senza cognome, of course) "vincitrice" di un altro talent (X Factor 2)
e cantante dal talento normale che però vanta importanti collaborazioni - Mannoia,Vasco,Tiromancino, Baustelle.

Piero Pelù, però, non è la Carrà, non è un bardo decaduto (non lo è mai stato) e non è un talento "normale" né normalizzato. E' un cavallo selvaggio di razza nobile, uno che anche se sta seduto e parla in modo educato e tono pacato, STREPITA, SCALCIA, tira la briglia, fa caciara. Uno di quei personaggi AUTENTICI, che per una paradossale e inspiegabile spinta autolesionista, torna in auge in un periodo finto, vuoto, e post autentico, come quello che stiamo vivendo. Lo fa alla sua maniera, con una chitarra a tracolla mentre intona un verso di una improbabile versione karaoke plastificata di Viva la vida dei Coldplay.

Piero Pelù torna alla ribalta (si fa per dire) con un look insolito, anche per un cavallo pazzo come lui, che per certi versi ci ricorda il grande Bernini. Forse, ne sono consapevole, è un volo pindarico. Una forzatura.
Però mi piace ancora pensare a questo talent/reality con personaggi storici e dell'arte classica italiana pronti a cimentarsi e a dare il massimo per la propria sopravvivenza in un periodo povero di celebrazioni, se non autoctone, come quello che stiamo vivendo.

Dalla parte sbagliata. Ovviamente!

@memoria liqui_data


Ps

Il format originale, di nazionalità inglese e di largo successo, aveva già utilizzato la scelta forte e fuori dagli schemi "televisivi", ovvero Tom Jones, che giogioneggia e crea pathos alla maniera del nostro Pelù (se non di più).




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