lunedì 5 agosto 2013

Tokyo Dream (tutto è contaminato)


Il cielo è grigio come ogni cosa intorno. Sono molto lontana da casa. Sono alla fine del mondo. Partita cercando qualcosa, forse di sapere fin dove si potesse arrivare. Distendo il mio telo e mi siedo sulla spiaggia. Guardo il mare. Ho con me un libro e il mio cellulare di sempre. C’è silenzio e poca altra gente.

All'improvviso un fumo bianco si alza dall'acqua, qualcosa è esploso, ma sono tutti calmi, non può essere nulla di grave. Mi alzo per curiosare lungo le strade, finché arrivo ad una chiesa che sembra esserne il cuore. Lì parlo con un prete che ha un foglio scritto da mia madre, gli chiedo di restituirmelo. Riavuto il foglio esco e per le strade è il putiferio. La gente è spaventata e corre in ogni direzione. Io temo per le cose che ho lasciato sulla spiaggia, pensando di ritornarvi di lì a breve.

Ho paura di non poter riprendere il cellulare da cui avrei dovuto chiamarlo. Vado coraggiosamente verso la spiaggia illudendomi che il fumo possa averla risparmiata, ma non è così. Torno indietro cercando di ricordare il suo numero a memoria, con la paura di non farcela. Mi da sollievo fare i numeri uno dopo l’altro, e dalla sua voce capire che sono giusti. Non mi importa sapere se morirò o meno. Se questo fumo sia letale o meno. Parliamo dell’accaduto, come facciamo ogni giorno da questo lungo viaggio. Non siamo preoccupati della distanza finché potremo sentirci, ma spero di poterlo comunque riabbracciare tra non molto. Quando tutto questo sarà finito. Solo al termine della chiamata mi rendo conto che non sarà così semplice, che il mio ritorno non è così scontato.

Tutto è contaminato: l’aria, l’acqua, il cibo. Mi assale lo sconforto. Mentre corro con gli altri a ripararmi da qualche parte, mi ritrovo rifugiata in un bagno non poco squallido, e penso come sia possibile che la nostra fine possa partire da qui, dalla fine del mondo. Insieme a sconosciuti, in un luogo sconosciuto e ameno. Il cuore ne è colpevole? Non posso saperlo! So però che allontanarsi da lui è un incognita, un rischio. Mi trovavo lì solo di passaggio, non era uno di quei viaggi programmati, di cui sai l’arrivo e la partenza. Era semmai un sogno, che è continuato al mio risveglio. E che ora si trova qui su questa pagina, mentre io sono spero non troppo lontana dal luogo dove batte il mio cuore.

Little Rosaria


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