lunedì 20 gennaio 2014

Stanotte c'è puzza di follia nell'aria

(Ai Ragazzi)

Stanotte nella tarda ora degli insonni e degli emarginati il vento mi ha destato, in preda al panico. Sentivo il suo ruggito possente vibrare sopra i tetti del mondo. Sentivo la sua voce parlare e raccontare una storia, per chi non ha mai avuto spazio nel mondo, in questo sporco e burrascoso pianeta.

Ho sentito una voce chiamarmi forte e con il mio nome,
era il nome che avevo dimenticato, era il nome della follia.

Stanotte sono uscito in strada senza badare a come ero vestito, ma soprattutto senza badare che cosa cercavo o desideravo. Cosa si può desiderare in una notte in cui il vento ulula minaccioso sopra il nostro dolore, sopra le nostre illuse chimere?

Stanotte nella tarda ora degli insonni mi sono destato, in preda al panico e allo stupore, perché in quel letto avevo sentito puzza di follia; e non c'è ragione e non c'è sentimento che tenga... quando il tuo naso sente certi odori il tuo culo si desta da un atavico torpore, da un abbraccio benevolo, per ricercare altri lidi, non per forza limpidi, e non per forza caldi.

Stanotte nella tarda ora dei rincoglioniti la mia mente vaga come una motozappa impazzita (e come una catapulta) farà stragi di tutto quello che si troverà davanti
perché non c'è più nessun segno in cui sperare
perché tutto quello che ci resta è qui, è ora,
davanti a questo sporco monitor e a questa ultima possibilità di viverci un momento.

E' notte, il vento ruggisce per me, dentro di me, oltre tutta la ragione, oltre il dolore e oltre la passione.
Stanotte, oltre al vento, c'è puzza di follia nell'aria, allora la lasceremo vagare e danzare,
come uno spettro nella notte, un cavaliere errante senza testa,
un monaco birmano che ha perso la strada di casa e si ritrova su via Panebianco,
tra le facce incredule di stanchi agitatori di chiavi, filosofi di vacuità e di quotidiano anonimato.

Stanotte il vento soffia sopra i tetti del mondo, così come sul tetto del monastero, e nello stesso modo sopra i gaglioffi che non sanno far altro che dire luoghi comuni e agitare mazzi di chiavi, incuranti che il mondo sta andando a rotoli proprio a causa di questo loro perpetuo agitare.
E come diceva un vecchio saggio di San Lucido:- Ma chi ti ruati! 

Stanotte sono uscito per chiedere e pretendere spiegazioni di tutte le cose che non capivo da bambino, quando ero innocente, e quando sei innocente puoi solo sognare per vivere e per continuare a lottare.

Ma stanotte il vento urlava forte, e la mia anima sudata vagava, oltre il rumore, oltre la comprensione e oltre questa dimensione che mi fa vestire i panni del folle nella mente del saggio.

VAFFANCULO AL TIBET e pure al Nepal, e vaffanculo anche a te, che mi leggerai ridendo!

Stanotte sento puzza di follia nell'aria. E la colpa non è certo tutta mia.

Dario Greco


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