venerdì 20 settembre 2013

I corridori del nulla

"Ogni nostro gesto è una copia, ogni movimento porta a conseguenze già note, ognuno di noi, qualsiasi cosa faccia, finisce per sovrapporsi a un antico profilo." (L'affare Herzog)

Scopro, sempre più con rammarico, di avere molti amici o conoscenti che voltano volontariamente le spalle al contemporaneo, rifuggendo spesso nel paradosso o nell'epica fantasy-medievale. Del resto è proprio qui che ci troviamo, in un moderno medioevo. Apprezzo il vostro punto di vista, dato che per un motivo o per un altro abbiamo fatto un po' di strada assieme, però questa volta voglio abbracciare il vento del cambiamento. Vi dirò poi come vanno le cose, ammesso che vogliate restare aggiornati.

Siamo tutti corridori in una folle gara verso il Nulla.

Scopro, sempre con meno rammarico, di non avere molti amici invischiati nel turbolento e frenetico vivere moderno. Sono per lo più dei personaggi vincolati e animati da sentimenti di nostalgia retro futurista. Vivono il presente guardando al passato e sono convinti di poter celebrare la vita che non hanno vissuto, esperienze che non gli appartengono, ma che ci rendono più interessanti. Una mostruosa distorsione del concetto temporale che crea un riverbero nel tempo e che abilmente qualcuno aveva predetto, come lo scrittore di fantascienza Charles F. Obstbaum ne "L'affare Herzog". Anche a loro dirò in seguito come stanno andando, MALE, le cose. Un cascame di pensieri e di coiti interrotti nell'era della frammentazione e del pensare digitale.

      SIAMO TUTTI CAVALIERI IN UNA FOLLE GARA VERSO IL NOWHERE.




Dopo i segni di una possibile apocalisse scampata, tutta la Terra tenta di tornare ai “valori perduti” del passato. Ogni popolo torna a rivivere, in ogni suo aspetto, l’epoca che giudica più fulgida… e così in Francia si ripete il caso Dreyfus. (Trama de L'affare Herzog)

Questo post l'ho scritto nel mese di marzo 2013, dopo aver constatato, con profondo rammarico, che nulla cambia, che il nostro è un destino ineluttabile e che siamo condannati a ripetere e perpetuare errori, e a sbagliare quasi sempre, nel nostro operato, nel nostro giudizio. 
La tempesta perfetta è ormai vicina e ci coprirà di vergogna per quello che abbiamo fatto, ma soprattutto per quello che potevamo fare e non abbiamo avuto il fegato di attuare.



 Dario Greco

3 commenti:

  1. purtroppo la gente ha paura del "nuovo"... Walter Benjamin nelle sue Tesi sul concetto di storia, faceva notare, precisamente nella tesi numero IX, il cui exergo è costituito da quattro versi di una poesia di Scholem (La mia ala è pronta al volo/ tornerei volentieri indietro/ perché, rimanessi anche tempo vivo,/ avrei poca felicità):
    "C'è un quadro di Klee che si chiama Angelus Novus. Vi è rappresentato un angelo che sembra in procinto di allontanarsi da qualcosa su cui ha fisso lo sguardo. I suoi occhi sono spalancati, la bocca è aperta e le ali sono dispiegate. L'angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Là dove davanti a noi appare una catena di avvenimenti, egli vede un'unica catastrofe, che ammassa incessantemente macerie su macerie e le scaraventa ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, ridestare i morti e riconnettere i frantumi. Ma dal paradiso soffia una bufera, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che l'angelo non può più chiuderle. Questa bufera lo spinge inarrestabilmente nel futuro, a cui egli volge le spalle, mentre cresce verso il cielo il cumulo delle materie davanti a lui. Ciò che noi chiamiamo il progresso è questa bufera". E, aggiungo io, preferiamo voltarci di culo. Un po' come quelli che si mettono in barriera mostrando il deretano, per paura, al pallone.

    RispondiElimina

  2. Molto vero e molto giusto Luigi. Simon Reynolds, un musicologo contemporaneo, parla giustamente di retromania come fenomenologia moderna.
    "Tutto parte dal "mal d'archivio", dalla tendenza a "musealizzare", quel delirio iper-documentale innescato dalla tecnologia digitale, generatrice di una vera e propria epidemia di ricordi.
    La presenza del passato nella nostra vita è aumentata in modo insidioso: da un'economia culturale fondata sulla penuria e la dilazione, nel giro di pochi anni siamo stati catapultati in una realtà iper affollata, nella quale l'eccesso di stimoli reclama attenzione e tempo..." (cit.)

    RispondiElimina
  3. come disse Settimio Severo: "omnia fui et nihil expedit"... se proprio si vuol vivere nel passato lo si scelga con cura

    RispondiElimina

Facebook

Facebook
LA PAGINA DEL MALE