martedì 23 aprile 2013

Il perfezionismo


Ore 4:30 Pm di una domenica uggiosa e fiacca. Il clima mi ha rovinato i buoni propositi di un primo bagno al mare, di lavorare alla tesi non se ne parla proprio - per evitare qualsiasi tentazione ho deciso di non portare con me il materiale -
Bene, tutti i tasselli del mosaico indicano una direzione, un bel caffè e via, al lavoro su qualche registrazione.

Sotto le mani ho l'ultimo brano che ho registrato, è quasi finito e si potrebbe anche iniziare il delicato lavoro di regolazione volumi/suoni degli strumenti registrati, meglio noto come missaggio. Il missaggio è un lavoro che mi piace fare in prima persona, ascoltare attentamente le traccie registrate e "giocare" con gli strumenti che ho a disposizione; fortunatamente io NON sono un perfezionista, o meglio, apprezzo anche delle sbavature piccole qua e la.

Allora iniziamo; non male il materiale di partenza ma voglio provare a schiarire un po' batteria e chitarre elettriche. Ok, iniziamo dalla batteria, una leggera equalizzata e ora va meglio, leggermente meno ambiente, va quasi bene, però il rullante colpito in pieno mi piace di meno del bordo; il secondo è perfetto il primo ha un suono veramente di merda, sembra una busta, quasi.

PROVIAMO A RICOMINCIARE...

Dicevo prima che preferisco missare da solo le mie registrazioni, non che io ce l'abbia con quella categoria di lavoratori, "il fonico", per carità! Sono professionisti con molta esperienza e con studi alle spalle, solo che non avranno mai chiaro in mente, come ce l'ho io, il risultato che voglio ottenere;  e qui esce allo scoperto il mio lato perfezionista, funziona così: la mia idea non è di far suonare un pezzo alla perfezione, ma di renderlo perfettamente uguale alla mia idea, in definitiva forse un pochino lo sono, quando ho le idee chiare.

E' per questo che evito i fonici.

Per un fonico avere a che fare con i perfezionisti dev'essere un trauma, per esempio Walter Becker e Donald Fagen (Steely Dan) durante le registrazioni di "Aja" erano quasi riusciti nell'impresa di consumare i nastri  per le troppe volte che l'avevano riascoltato; ora immaginate cosa può aver provato in quei giorni il fonico.

Ogni fonico rodato ha avuto a che fare con questi psicotici incontentabili ed il loro colorito cambierà, quando gli chiederete dell'esperienza. Certo, alla fine quello che conta è il risultato, provate ad ascoltare "Black Cow" e poi fatemi sapere!

E' perfetto! Rimaniamo sempre in tema di nero, ben differente dagli Steely Dan ma altrettanto perfetto, il sound dei Black Flag è micidiale. La qualità del suono è agli antipodi, ma ciò che conta è il risultato, in entrambi i casi è uno strike. Certo nel caso degli Steely Dan possiamo dire come sia difficile immaginare Aja con un altro sound, ma i Black Flag? Io onestamente non riesco ad immaginare My War con un sound migliore, dove migliore assume i connotati di una bestemmia.

Ma perché gli Steely Dan si "sbattono" mentre i Black Flag "se ne sbattono"? Attitudini! In genere quando si riascolta il proprio lavoro si ha sempre da ridire qualcosa, è difficile che il risultato piaccia subito, allora c'è chi per attitudine s'impegna e chi per attitudine è già soddisfatto prima ancora di registrare.
E le attitudini devono inserirsi nella giusta prospettiva.

Chissà cosa sarebbe successo a parti invertite; probabilmente l'attitudine non si sarebbe sposata con la musica!


Sergio Cipolla

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