martedì 30 settembre 2014

La Cortesia del Falconiere (The courtesy of falconer)


Così falconiere ascolterai il richiamo del falco
Seguirai il consiglio che lo conduce in una ritrovata formula primaria
della sua natura, essere pensante e pulsante di lirico stupore

Imparare ad ascoltare correttamente le onde del proprio cuore non sempre è cosa facile. Non ho mai conosciuto il dolore nella sua possente e nobile intensità.

Eppure ho visto soffitti piangere umidità e ho attraversato più di una notte guidato dalla mano sudata dell'inadeguatezza.

La mia arma migliore - quella più affilata - è un pugnale nodoso che può ferire solo se utilizzato al contrario: la sua impugnatura è lama inesorabile e puntuale, la sua punta è invece poco più ruvida di un soffice strato di ovatta, capace tutt'al più di provocare sollievo tra le mie schiere di nemici invisibili, i quali si annidano entro le pareti di una mente devastata dal Caos.

Sono io il mio Oste, il mio Ostacolo, magnifico e ossessivo bersaglio,
il solo nemico a cui con costanza e dedizione ho saputo infliggere i miei colpi migliori.

Durante il mio percorso non ho intenzionalmente fatto del male a nessuno, perché dedicavo ogni mia risorsa esclusivamente al saccheggio della mia anima bambina e guerriera
che a piedi nudi ti muovi in una sempiterna notte di calore
nel dolore umido e sudato: afrore verace di speme e ribellione
pulviscolo fatato di lisergica euforia,

Sei tu forse che mi percuoti lame arroventate di piaceri peccaminosi che non so celare.
Ferite auto inflitte che al solo pensiero percuotono la mia carne in rantoli di un piacere atavico e ferino.

La fin absolue du monde   
E sia, vieni a me, oh dama dalla bocca di ghiaccio,
fa di me ciò che più desideri
e puniscimi adesso, nell'ora del nostro amore...

E sarò argine, e diverrò punto di contatto e d'equilibrio
sull'equilibrio di cose tangibili e palpabili nel Cosmo

E il mio desiderio diviene polvere di un passato glorioso e mai dimentico.


(Titolo ispirato alla novella "Federigo degli Alberighi" del Decamoron di Giovanni Boccaccio) 

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