martedì 29 luglio 2014

Stare coi piedi per terra (lucciole che "si" brillano)


Stare coi piedi per terra (lucciole che "si" brillano)

La morte è un sentimento che trascende il confine tra realtà e superstizione in questa notte, fatta di cowboy borderline e di lucciole che non brillano più. Baci post atomici e abbracci nucleari ti confondono, ma sei ancora molto lontano da casa in questa notte ranchera e pepata che stai sognando. Vedi uno tsunami, vedi antiche ombre, sono immagini del passato che ti perseguitano, ma il passato non è sepolto, il passato non esiste, così come la coltivazione di pomodori di Juan non è solo una coltivazione, ma il desiderio di emergere da una valle di lacrime che è tenuta in piedi soltanto da birre rancide e sudore, e da trecce lunghe e scure, come la ragazza che ti sorride quando ti fermi per fare il pieno di gasolina.


La morte è un odore dolciastro che tu non puoi conoscere, che nessuno può apprezzare a pieno. Stare coi piedi per terra non vuol dire affogare nel fango, in questa palude di fuoco, in questo orizzonte senza linea.

Colori che non conosci e che non sei ancora in grado di apprezzare, ma non è il tuo quotidiano e il futuro per te è già parte del tuo passato. Non è un paese per rancheri, ma non è più un paese per troppe cose, e allora correremo anche questo rischio, fosse per noi non ci sarebbe futuro e non ci sarebbe domani, ma senza dubbio ci sarebbe giustizia, qui, ora, tremenda giustizia. Con occhi di fuoco, con budella che non reggono e con tutto il calore che il mondo può sopportare in una notte che non cede il passo alla luce.

La morte è un sentimento che trascende il confine tra realtà e superstizione in questa notte, fatta di cowboy borderline e di lucciole che non brillano più. Stare coi piedi per terra non è facile per una bambina come te e nemmeno per un coglione come me, ma è questa vita, Baby che non abbiamo scelto, che non abbiamo saputo comprendere fino in fondo, across the border, lungo tutto il dolore e tutte le lacrime amare di una notte in un campo di saggina.


(Ispirato a "Un dolce odore di morte" di Guillermo Arriaga)




Nessun commento:

Posta un commento

Facebook

Facebook
LA PAGINA DEL MALE