lunedì 19 maggio 2014

Guardami le spalle, Parmenide!

Ricomincio dal grado zero e da qui osservo: tutte le cose. E non c’è alcun pericolo per me. L’universo è tutto ciò che appare. Fatalità.

Mi guardano tutti con fare sospettoso, come se io fossi l’unica vera minaccia su questa terra.

Pare che siano tutti soldati della speranza. Tutti tranne me. Bisogna sempre avere qualcuno che ti guarda bene le spalle. La materia di cui siamo fatti è il tempo. La materia che ci forgia e ci sta plasmando è il fuoco. Un sole benevolo ci rigenera e ci supporta in questa sempiterna battaglia quotidiana.

Della terra. Ecco perché l'uomo ricerca sempre sicurezza, protezione, riparo dalla tempesta. Serrature, maniglie, porte e congegni non sono altro che un pensiero di paranoia, perché la natura, in senso assoluto e terreno spaventa questa macchina imperfetta, fatta di ossa e di cartilagine che è l'essere umano. Destino cieco, il fato.

E’ difficile difendersi e prevedere la puntura di un insetto che ti coglie alle spalle, senza avvisare, senza lasciarti il tempo di reagire. Ne so qualcosa pure io. Anche se spesso vengo visto con sospetto, come se l’unica reale minaccia giungesse da queste “chele”.

L’apicultore è un viaggiatore diurno. Conosce bene la luce. E sa quando e come agire. Egli non è altro che un astronauta di terra. Basta vedere la sua tuta per comprenderlo. Siamo sempre in viaggio, qui. Anche quando restiamo coi piedi per terra. Anche quando osserviamo il volo di un calabrone che sfiora il nostro pensiero.

Il coraggio. Le api sentono l'odore della paura. Bisogna avere coraggio per conquistare altri pianeti, ma anche per fare alcuni mestieri pericolosi, come quello dell'apicultore.

L'essere è ingenerato, immobile e senza fine. L'essere umano nella sua natura perfetta vive un quotidiano pensiero di cupidigia e di errante discernimento. Egli è: stupito, egli crede nell'eternità come unica valvola di continuum.

E' difficile difendersi da ciò che è dentro di noi, nelle nostre viscere. Non fatemi urlare dolore, non fatemi dire ciò che ben sapete. E' nella fatica di vivere che ogni giorno si manifesta lo scopo, il mestiere di essere qualcosa. pensiero puro. Disciplina. Sopportazione. Atto di eroismo. Contro natura. Natura crea. Natura crede.

Il momento è presente, perché è ora insieme tutto quanto, uno. I corridori del nulla hanno fatto poca strada. Su questa nuda terra. Su questi veicoli fatati, di luce e di frastuono. Ho sempre osservato i suoni della luce. Ho sempre atteso il riverbero del sole, riflesso sopra uno specchio d'acqua che diventa profumo. Che diventa terra. Sono solo nella mia ricognizione.

Per tutto questo tempo ho desiderato qualcuno che potesse guardarmi bene le spalle, esaminare i miei passi, le mie palpitazioni. Esaudire un ordine, soddisfare un desiderio: che differenza fa? Ogni cosa è strumentale, e per ogni chiodo c'è un'immagine da incorniciare. Attimi, istantanee che possono narrare una vita intera. Su questa terra dura, su questa terra nuda.

La nascita si spegne, ora, e la morte non ha tempo di pensare. L'essere si stringe con l'essere. Umano o no. Immobile.

Se ti sei seduto almeno una volta a riflettere sul significato dell'acqua, sul perché il vento soffia, o il sole scalda la nuda terra, allora saprai che la sola cosa, reale, che conta sta nelle leggi della natura, e che prima di essere insetti, uomini, pesci o uccelli, siamo parte di una ruota che fonda le sue ragioni e il suo pensiero, che non è opinione, nella natura; e che la natura è essere e l'essere è verità...

La materia è tutto, essa è ingenerata e quindi ordine di tutte le cose.

“Tutto è pieno ugualmente di luce e di notte oscura, uguali ambedue, perché con nessuna delle due c'è il nulla” (Parmenide)

Trilogia dello spazio - (Spirito- Cielo- Terra)

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